Come promesso non ho scritto alcun racconto natalizio ma uno di inizio anno :)
Sì, sono in ritardo di qualche giorno, immaginatelo come il regalo della Befana.
Spero vi piaccia!
La
carne
Il coltellaccio scavò un
profondo solco nella carne sanguinolenta, fino a toccare il tagliere dove era
posato il pezzo di lonza.
Arianna non riusciva a
distogliere lo sguardo da quello spettacolo raccapricciante, l’orrore di quella
vista la teneva incollata come una calamita.
Non sopportava la vista del
sangue, né quello della carne cruda. Neanche cotta se per quello, da molti anni
era vegetariana. Eppure
“Tre o quattro?”
Eccolo il motivo del suo orrore
quotidiano.
Il giovane macellaio alzò gli
occhi nocciola su di lei in attesa di una risposta.
“Tre, grazie”
Altre
tre che andranno nel congelatore di papà.
Arianna prese il cartoccio e
sperò che lui la guardasse di nuovo e le sorridesse, come faceva sempre. Beh,
sempre, da quando il mese scorso era andata a prendere l’arrotolato per sua
nonna.
Lei era una cliente fissa, ma
quel giorno non poteva andare in macelleria e così Arianna aveva scoperto il
nuovo apprendista del macellaio.
Si era presa una cotta
clamorosa, niente poteva spiegare altrimenti quella frequentazione a uno dei
luoghi che lei aveva sempre più odiato.
I quarti di bue appesi, i polli
nella vetrina frigorifero, quel luogo era una fabbrica di orrori e crudeltà.
Ma lui era lì e Arianna si
sentiva come una coraggiosa protagonista dei romanzi che leggeva ed era
disposta a sopportare l’odore dolciastro del sangue per vederlo.
Il problema era che lui non
vedeva lei.
Sempre gentile, sorridente, ma
niente che l’avesse convinta che lui fosse interessato.
In compenso il congelatore di
casa si era riempito di fettine, arrotolati, polli ripieni e macinato.
“Che ci farai con tutta ‘sta
carne se poi non la mangi?” le aveva chiesto, proprio ieri, sua madre
sbuffando. Nonostante le critiche aveva estratto dal mucchio gelido un sacchetto
il cui contenuto il padre aveva molto gradito.
“Per me Arianna vuole
riprendere a mangiare la carne e si sta riavvicinando all’odore”
Il genio di suo fratello minore
aveva esposto la teoria, brandendo un pezzo di coscia di pollo sapientemente
cucinato dalla madre.
La ragazza alzò gli occhi al
cielo inorridita.
“Ari ma se la carne non ti
piace, perché continui a comprarla, tra l’altro costa soldi” rimarcò la dose il
padre.
“Mi pare che non vada sprecata”
e la discussione era finita lì.
Mentre usciva dal negozio si
rese conto che non poteva continuare in questo modo e tornò sui suoi passi, era
venuto il momento di una scelta di coraggio.
Paolo, era questo il nome del
macellaio, stava servendo una signora che se ne andò solo dopo avere ordinato
mezzo negozio.
“Scusa, ma non la finiva più,
dimmi hai dimenticato qualcosa?”
Coraggio!
“Sì, volevo dirti che se non
hai niente da fare l’ultimo dell’anno potresti venire alla festa che
organizziamo con amici nella casa in collina qui vicino”
Vedendo che lui non faceva
espressioni schifate, ma anzi era attentissimo proseguì
”Niente di eccezionale, ognuno
porta qualcosa, un po’ di musica, in mezzo al bosco, possiamo ballare fino alla
mattina e dormire lì, saremo una decina”
Ce
l’ho fatta!
Pensò.
Gli occhi nocciola la stavano
fissando divertiti.
“Per chiedermelo serviva
comprare tutta quella carne?”
Arianna si sentì avvampare.
“Che intendi?”
“Che è un mese che vieni a
comprare la carne e a te non piace, me l’ha detto tua nonna, ancora il primo
giorno che sei venuta.”
“Beh, la carne la mangiano i
miei, io la compro e basta.”
“Sarà, comunque per favore non
venire più a prenderla, ogni volta che ne affetto un pezzo mi chiedo se ti
sentirai male, diventi pallida da morire, neanche il coltello te lo puntassi
alla gola”
“È così evidente?”
Lui rise.
“Sì”
“Va bene, eviterò di venire a
importunarti ancora.”
“No, non intendevo quello” si
affrettò a dire lui. “Mi fa molto piacere vederti, potremmo incontrarci fuori
dalla macelleria.”
“L’ultimo dell’anno?” chiese Arianna.
“Mi spiace ho già un altro
impegno, ma possiamo vederci il primo dell’anno. Sarà di buon auspicio” e le fece
l’occhiolino.
“Perfetto! Ti lascio il mio
numero” disse entusiasta.
“Ancora bistecche!” brontolò
suo padre.
“Se va come dico io saranno le
ultime che porto a casa” disse Arianna sorridendo.
“Allora speriamo per il meglio”
sospirò sua madre mentre la ragazza usciva dalla cucina.
“Che cos’è che deve andare
bene?” chiese l’uomo.
“Immagino una certa faccenda
con il macellaio…”
“Che c’entra il macellaio? Lei
non sopporta la carne, è vegetariana.”
“Questa carne la sopporterà,
vedrai...”
“Se lo dici tu! L’importante è
che la finisca di portare a casa tutta questa carne che ci intasa il freezer, per
il resto faccia quello che vuole!”
E Arianna seguì alla lettera le
parole del padre.
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