sabato 5 gennaio 2013

La carne, racconto un po' regalo di Capodanno, un po' regalo della Befana


Come promesso non ho scritto alcun racconto natalizio ma uno di inizio anno :)
Sì, sono in ritardo di qualche giorno, immaginatelo come il regalo della Befana.
Spero vi piaccia!


La carne

Il coltellaccio scavò un profondo solco nella carne sanguinolenta, fino a toccare il tagliere dove era posato il pezzo di lonza.
Arianna non riusciva a distogliere lo sguardo da quello spettacolo raccapricciante, l’orrore di quella vista la teneva incollata come una calamita.
Non sopportava la vista del sangue, né quello della carne cruda. Neanche cotta se per quello, da molti anni era vegetariana. Eppure
“Tre o quattro?”
Eccolo il motivo del suo orrore quotidiano.
Il giovane macellaio alzò gli occhi nocciola su di lei in attesa di una risposta.
“Tre, grazie”
Altre tre che andranno nel congelatore di papà.
Arianna prese il cartoccio e sperò che lui la guardasse di nuovo e le sorridesse, come faceva sempre. Beh, sempre, da quando il mese scorso era andata a prendere l’arrotolato per sua nonna.
Lei era una cliente fissa, ma quel giorno non poteva andare in macelleria e così Arianna aveva scoperto il nuovo apprendista del macellaio.
Si era presa una cotta clamorosa, niente poteva spiegare altrimenti quella frequentazione a uno dei luoghi che lei aveva sempre più odiato.
I quarti di bue appesi, i polli nella vetrina frigorifero, quel luogo era una fabbrica di orrori e crudeltà.
Ma lui era lì e Arianna si sentiva come una coraggiosa protagonista dei romanzi che leggeva ed era disposta a sopportare l’odore dolciastro del sangue per vederlo.
Il problema era che lui non vedeva lei.
Sempre gentile, sorridente, ma niente che l’avesse convinta che lui fosse interessato.
In compenso il congelatore di casa si era riempito di fettine, arrotolati, polli ripieni e macinato.
“Che ci farai con tutta ‘sta carne se poi non la mangi?” le aveva chiesto, proprio ieri, sua madre sbuffando. Nonostante le critiche aveva estratto dal mucchio gelido un sacchetto il cui contenuto il padre aveva molto gradito.
“Per me Arianna vuole riprendere a mangiare la carne e si sta riavvicinando all’odore”
Il genio di suo fratello minore aveva esposto la teoria, brandendo un pezzo di coscia di pollo sapientemente cucinato dalla madre.
La ragazza alzò gli occhi al cielo inorridita.
“Ari ma se la carne non ti piace, perché continui a comprarla, tra l’altro costa soldi” rimarcò la dose il padre.
“Mi pare che non vada sprecata” e la discussione era finita lì.
Mentre usciva dal negozio si rese conto che non poteva continuare in questo modo e tornò sui suoi passi, era venuto il momento di una scelta di coraggio.
Paolo, era questo il nome del macellaio, stava servendo una signora che se ne andò solo dopo avere ordinato mezzo negozio.
“Scusa, ma non la finiva più, dimmi hai dimenticato qualcosa?”
Coraggio!
“Sì, volevo dirti che se non hai niente da fare l’ultimo dell’anno potresti venire alla festa che organizziamo con amici nella casa in collina qui vicino”
Vedendo che lui non faceva espressioni schifate, ma anzi era attentissimo proseguì
”Niente di eccezionale, ognuno porta qualcosa, un po’ di musica, in mezzo al bosco, possiamo ballare fino alla mattina e dormire lì, saremo una decina”
Ce l’ho fatta! Pensò.
Gli occhi nocciola la stavano fissando divertiti.
“Per chiedermelo serviva comprare tutta quella carne?”
Arianna si sentì avvampare.
“Che intendi?”
“Che è un mese che vieni a comprare la carne e a te non piace, me l’ha detto tua nonna, ancora il primo giorno che sei venuta.”
“Beh, la carne la mangiano i miei, io la compro e basta.”
“Sarà, comunque per favore non venire più a prenderla, ogni volta che ne affetto un pezzo mi chiedo se ti sentirai male, diventi pallida da morire, neanche il coltello te lo puntassi alla gola”
“È così evidente?”
Lui rise.
“Sì”
“Va bene, eviterò di venire a importunarti ancora.”
“No, non intendevo quello” si affrettò a dire lui. “Mi fa molto piacere vederti, potremmo incontrarci fuori dalla macelleria.”
“L’ultimo dell’anno?” chiese Arianna.
“Mi spiace ho già un altro impegno, ma possiamo vederci il primo dell’anno. Sarà di buon auspicio” e le fece l’occhiolino.
“Perfetto! Ti lascio il mio numero” disse entusiasta.


“Ancora bistecche!” brontolò suo padre.
“Se va come dico io saranno le ultime che porto a casa” disse Arianna sorridendo.
“Allora speriamo per il meglio” sospirò sua madre mentre la ragazza usciva dalla cucina.
“Che cos’è che deve andare bene?” chiese l’uomo.
“Immagino una certa faccenda con il macellaio…”
“Che c’entra il macellaio? Lei non sopporta la carne, è vegetariana.”
“Questa carne la sopporterà, vedrai...”
“Se lo dici tu! L’importante è che la finisca di portare a casa tutta questa carne che ci intasa il freezer, per il resto faccia quello che vuole!”
E Arianna seguì alla lettera le parole del padre.


Nessun commento:

Posta un commento