Da piccola non facevano che dirmi che perdevo tempo in cose inutili ma è proprio nell'inutilità della bellezza che ho trovato la via per arrivare a me stessa
venerdì 18 gennaio 2013
Riflessione del venerdì sera
Nuova recensione per Imperfetta:
"Aspettavo un altro romanzo della Cudil, dopo "la Sindrome di Rubens" e "Rouge Club" per me superlativi.
Avrei preferito un po' di "pepe" in più ma il suo modo di scrive unico, preciso e coinvolgente ha la meglio anche con una trama semplice e abbastanza scontata.
Confermo, anche per questo romanzo, le 5 stelle e mi sento di consigliare, a chi non conosce ancora la Cudil, tutti i suoi libri."
Ringrazio Dondaine per il suo commento e molto di più per il suo genuino invito a leggere i miei libri.
Che mi porta a fare delle riflessioni.
Al di là della gratificazione del mio smisurato ego ora mi si pone seriamente il dubbio se proseguire sul rosa o tornare sul rosso più acceso.
Proprio oggi un amico mi ha scritto: "È lo stile quello che piace più ancora delle storie. Il modo di raccontarle e di risvegliare... no non tanto di risvegliare qualcosa ma di riuscire a porre in secondo piano quella parte razionale di chi legge e far uscire la parte delle emozioni, dell'istinto e dei sensi."
Ha ragione, ha torto? E' un amico, è di parte, senza dubbio. Eppure quello che mi piace mentre scrivo è proprio lasciare che i personaggi parlino e mostrino il loro sentire.
Il prossimo romanzo sarà diverso da tutti gli altri, perché la storia l'ho già, (no, non vi dico quanto peperoncino metterò dentro, sì, sono cattiva ^^) il protagonista ha già un volto.
Il malcapitato che darà il viso, fisico e anche la personalità a Mauro (non affezionatevi al nome perché in corso di stesura magari lo cambio ;) come al solito) è un uomo che non conosco e che da un mese a questa parte osservo con sempre più insistente interesse.
Penserà che ho preso una bella sbandata per lui, o peggio, che sono pazza!
Ma che volete, è molto più semplice che sbirciare, senza farsi accorgere :)
Mi hanno detto di fargli una foto, ma non saprei descrivere come muove le mani, le spalle e come si acciglia mentre parla, insomma devo proprio osservarlo attentamente per descriverlo bene.
L'ho imparato da un amico pittore, lui fissa tutti con gran maleducazione(parole sue), salvo essere un tale bel ragazzo che è un piacere essere oggetti di sua attenta osservazione :))
Alla fine di questo post sconclusionato (è venerdì e sono stanchissima, compatitemi ^^)
vorrei ringraziare i miei lettori e le mie lettrici, e tutte le persone reali, alcune senza saperlo, che sono entrate nei miei romanzi.
lunedì 14 gennaio 2013
Mi hanno intervistata!
Ciao a tutti i miei pochi ma fedeli visitatori!
Oggi esulto perché il blog Romance e non solo ha pubblicato questa bella intervista della sottoscritta.
La trovate qui.
Si tratta di un post inserito nei festeggiamenti per i tre anni del blog, di cui avevo già parlato in questo post.
Ringrazio di cuore le bravissime Arianna e Arimi per lo spazio che mi hanno dedicato.
E vi invito a leggere le mie risposte, c'è anche una piccola anteprima :)
Oggi esulto perché il blog Romance e non solo ha pubblicato questa bella intervista della sottoscritta.
La trovate qui.
Si tratta di un post inserito nei festeggiamenti per i tre anni del blog, di cui avevo già parlato in questo post.
Ringrazio di cuore le bravissime Arianna e Arimi per lo spazio che mi hanno dedicato.
E vi invito a leggere le mie risposte, c'è anche una piccola anteprima :)
giovedì 10 gennaio 2013
Buon compleanno a "La sindrome di Rubens"
Ebbene sì, è già passato un anno da quando ho pubblicato su Amazon l'ebook de La sindrome di Rubens.
Ho scritto il romanzo per gioco e per scommessa, non ho cercato un editore, ho deciso di provare a fare da sola. Non so se ho fatto bene, non so se ho sbagliato.
So che ringrazio di cuore tutti i lettori che l'hanno acquistato, letto e recensito. Tutti i commenti, belli e brutti, sono stati importanti e vi ringrazio indistintamente per il tempo che avete dedicato alla lettura della mia storia.
Per quei pochi che passeranno di qui, vi lascio l'inizio del libro.
La neve.
Il quadro la
rappresentava in tutta la sua vivace leggerezza.
L’artista
aveva dato vita a quei fiocchi rendendoli un’unica tempesta, con rapide
pennellate aveva travolto la tela, fissando per sempre il movimento del vento e
il turbinio della neve.
Gli occhi
dei visitatori non si soffermavano sul piccolo quadro, opera di
un’impressionista minore. Attirati da nomi molto più altisonanti, vi passavano
di fronte veloci e poco attenti.
Lidia invece
si era persa nella leggerezza delle sfumature perlacee del dipinto di Sisley e
non voleva ritrovarsi.
I suoi amici
erano andati avanti, nella sala successiva, anzi nelle successive, l’avrebbero
attesa alla fine del museo, come al solito. Avevano fatto così gli ultimi
giorni perché avevano capito che era inutile metterle fretta. Anche quel
giorno, all’entrata del Museo Thyssen-Bornemisza, si erano accordati: Lidia li
avrebbe raggiunti con i suoi tempi, entro le quattro del pomeriggio. Nessuno
degli altri componenti del gruppo aveva la necessità di soffermarsi così a
lungo davanti alle opere d’arte come lei e, per visitare tutti assieme Madrid
senza malumori, avevano raggiunto quel compromesso. Un buon accordo che
consentiva a lei e ai suoi amici di godersi al meglio la visita della città.
Dopo qualche
minuto, sperduta nella tempesta di Alfred Sisley, la ragazza percepì un
movimento alle sue spalle: una donna anziana si era alzata dalla panca di legno
posta al centro della sala.
I piedi
stanchi la portarono a prendere il posto di quella donna.
Accanto a
lei si sedette qualcun altro, non ci fece caso; la bellezza emanata
dall’immagine dipinta le faceva uno strano effetto. Un formicolio inaspettato
le prese la base della nuca, per poi scenderle lungo tutta la schiena.
La
osservavano, ne era certa. Girò completamente la testa e vide il volto dell’uomo
che la fissava. Aveva più o meno la sua età, alto e magro, indossava una
camicia azzurra e dei jeans, portava una borsa a tracolla, mentre tra le mani
stringeva un apparecchio e un foglio. Aveva l’auricolare dell’audio guida il
cui filo bianco pendeva lungo la guancia, i capelli scuri erano lunghi e gli
coprivano le orecchie. Un naso diritto e zigomi pronunciati davano una
particolare bellezza al suo volto, mentre i grandi occhi verdi, fissi su di lei,
la scrutavano tanto in profondità da farla sentire a disagio.
Era abituata
agli sguardi maschili, era una donna che non passava inosservata: alta, snella
con lunghe gambe flessuose, la vita stretta e un seno non troppo prosperoso.
Una bella figura completata da un viso dall’ovale perfetto in cui i grandi
occhi scuri colpivano per la loro profondità. Anche se, le dicevano, erano le
sue labbra, ben disegnate e sensuali la sua parte migliore.
Sì, Lidia
era abituata agli sguardi di ammirazione ma la sensazione che provava in quel
momento non poteva definirsi la piacevole vanità di essere stata notata. Si
sentiva in imbarazzo per il modo in cui lei
aveva ricambiato lo sguardo del giovane: con desiderio, soffermandosi sul
suo corpo più del dovuto. L’espressione di stupore di lui le aveva fatto capire
che i suoi pensieri erano stati compresi, perciò si alzò d’improvviso. Andò
nella sala successiva, dove un poco riposante Rubens l’attendeva.
Rimase ad
ammirare l’enorme dipinto conscia della presenza dell’uomo vicino a lei.
Per un
attimo pensò che l’avesse seguita, ma il numero con il simbolo dell’ascolto,
successivo a quello del dipinto di Sisley, mostrava che l’opera era la seguente
nella registrazione dell’audioguida.
La donna di
Rubens dalla tela le sorrideva ammaliatrice, la curva sensuale della gamba, il
colore roseo del seno della dama d’altri tempi catturarono Lidia. Si lasciò
avvolgere da una singolare sensazione di languore.
Qualcuno
iniziò a toccarle la mano sinistra; era lui ne era certa, ma non osò volgere
gli occhi nella sua direzione. Sentiva le sue dita percorrere l’interno del
polso, accarezzando la pelle delicata con l’indice e rabbrividì di desiderio.
Alla fine lo
guardò negli occhi dell’uomo vide riflessa se stessa; una bramosia che non
conosceva si impossessò di lei.
L’ingresso
di un gruppo di turisti rumorosi la riscosse, concedendole un lampo di lucidità
che le consentì di allontanarsi, forse sarebbe più corretto dire che fuggì.
Attraversò
correndo le sale dedicate alla pittura statunitense dell’Ottocento, si rifugiò
nel corridoio diretta all’ascensore, appena le porte si aprirono entrò come una
furia.
Un gruppo
numeroso di visitatori la seguì all’interno e, mentre le porte si stavano
chiudendo, intravide la figura del giovane, persa tra il vociare di una
comitiva giapponese.
Si sentì al
sicuro nello spazio ristretto, circondata da estranei. Cercò di mantenere un
respiro normale e in pochi secondi l’apparecchio si fermò raggiungendo il piano
dell’uscita.
“Già arrivati? Troppo presto!”
Uno alla
volta tutti i turisti uscirono dall’ascensore lasciandola sola e permettendole
di pigiare il tasto successivo, scese ancora, gustandosi la bramata solitudine.
Nel piano
interrato c’erano i magazzini del museo, gli studi dei ricercatori, i
laboratori di restauro e i bagni. Appena le porte si aprirono Lidia vide le
indicazioni per la toilette, le seguì
sgusciando via dall’ascensore e infilandosi nel lucido bagno delle signore per
lavarsi le mani e il viso.
Quando fu di
fronte a se stessa, riflessa nello specchio, sospirò guardandosi con stupore.
“Che mi prende?”
Con
riluttanza si lavò la faccia, cercò di rimediare ai danni dell’acqua al trucco.
Quell’uomo
non era bellissimo, piacevole certo, con ampie spalle e occhi magnetici, ma non
l’aveva mai visto, come poteva desiderarlo tanto?
Perché si
trattava di vero e proprio desiderio sessuale quello che aveva provato mentre
le accarezzava la mano: come era possibile? Che l’avessero drogata?
Che sciocchezza!
Eppure una
morsa le attanagliava lo stomaco e la tensione che sentiva tra le cosce era
inequivocabile …
Scosse con
forza la testa, tentando si scacciare da sé sensazioni che non riusciva a
capire. Lasciò il lindo bagno delle signore e si diresse di nuovo verso
l’ascensore.
Sono solo stanca.
Aveva
esagerato con i musei, ora sarebbe salita, avrebbe sorseggiato un caffè e
raggiunto gli amici nella sala delle avanguardie russe.
Appena le
porte si aprirono un uomo ne uscì andandole incontro. Era lui.
domenica 6 gennaio 2013
Romance e non solo compie gli anni!
Ciao ragazze!
Allora volato bene? Ihihih
Buona serata a tutte e a tutti, perché no, ci sono anche befanini assai simpatici ;)
Come dice bene il titolo del post il blog letterario Romance e non solo compie tre anni il 16 gennaio e, per l'occasione, ha ideato una serie di giochi e concede spazi ad autori emergenti.
Questa sera c'è uno spazio tutto mio qui, ci sono anche altri autori, moooolto più noti della sottoscritta, quindi vi consiglio di leggere tutti i post e, in maniera particolare, questo in cui le due vulcaniche blogger, Arianna e Arimi, spiegano il funzionamento del meccanismo che darà diritto a premi e ricchi cotillons.
Io sono follower del blog da molti mesi e mi piace per la freschezza con cui propongono i libri e per la loro esuberanza. Vi consiglio di seguirle, fanno anteprime molto interessanti.
Poi ospitano di quelle autrici... ;)
sabato 5 gennaio 2013
La carne, racconto un po' regalo di Capodanno, un po' regalo della Befana
Come promesso non ho scritto alcun racconto natalizio ma uno di inizio anno :)
Sì, sono in ritardo di qualche giorno, immaginatelo come il regalo della Befana.
Spero vi piaccia!
La
carne
Il coltellaccio scavò un
profondo solco nella carne sanguinolenta, fino a toccare il tagliere dove era
posato il pezzo di lonza.
Arianna non riusciva a
distogliere lo sguardo da quello spettacolo raccapricciante, l’orrore di quella
vista la teneva incollata come una calamita.
Non sopportava la vista del
sangue, né quello della carne cruda. Neanche cotta se per quello, da molti anni
era vegetariana. Eppure
“Tre o quattro?”
Eccolo il motivo del suo orrore
quotidiano.
Il giovane macellaio alzò gli
occhi nocciola su di lei in attesa di una risposta.
“Tre, grazie”
Altre
tre che andranno nel congelatore di papà.
Arianna prese il cartoccio e
sperò che lui la guardasse di nuovo e le sorridesse, come faceva sempre. Beh,
sempre, da quando il mese scorso era andata a prendere l’arrotolato per sua
nonna.
Lei era una cliente fissa, ma
quel giorno non poteva andare in macelleria e così Arianna aveva scoperto il
nuovo apprendista del macellaio.
Si era presa una cotta
clamorosa, niente poteva spiegare altrimenti quella frequentazione a uno dei
luoghi che lei aveva sempre più odiato.
I quarti di bue appesi, i polli
nella vetrina frigorifero, quel luogo era una fabbrica di orrori e crudeltà.
Ma lui era lì e Arianna si
sentiva come una coraggiosa protagonista dei romanzi che leggeva ed era
disposta a sopportare l’odore dolciastro del sangue per vederlo.
Il problema era che lui non
vedeva lei.
Sempre gentile, sorridente, ma
niente che l’avesse convinta che lui fosse interessato.
In compenso il congelatore di
casa si era riempito di fettine, arrotolati, polli ripieni e macinato.
“Che ci farai con tutta ‘sta
carne se poi non la mangi?” le aveva chiesto, proprio ieri, sua madre
sbuffando. Nonostante le critiche aveva estratto dal mucchio gelido un sacchetto
il cui contenuto il padre aveva molto gradito.
“Per me Arianna vuole
riprendere a mangiare la carne e si sta riavvicinando all’odore”
Il genio di suo fratello minore
aveva esposto la teoria, brandendo un pezzo di coscia di pollo sapientemente
cucinato dalla madre.
La ragazza alzò gli occhi al
cielo inorridita.
“Ari ma se la carne non ti
piace, perché continui a comprarla, tra l’altro costa soldi” rimarcò la dose il
padre.
“Mi pare che non vada sprecata”
e la discussione era finita lì.
Mentre usciva dal negozio si
rese conto che non poteva continuare in questo modo e tornò sui suoi passi, era
venuto il momento di una scelta di coraggio.
Paolo, era questo il nome del
macellaio, stava servendo una signora che se ne andò solo dopo avere ordinato
mezzo negozio.
“Scusa, ma non la finiva più,
dimmi hai dimenticato qualcosa?”
Coraggio!
“Sì, volevo dirti che se non
hai niente da fare l’ultimo dell’anno potresti venire alla festa che
organizziamo con amici nella casa in collina qui vicino”
Vedendo che lui non faceva
espressioni schifate, ma anzi era attentissimo proseguì
”Niente di eccezionale, ognuno
porta qualcosa, un po’ di musica, in mezzo al bosco, possiamo ballare fino alla
mattina e dormire lì, saremo una decina”
Ce
l’ho fatta!
Pensò.
Gli occhi nocciola la stavano
fissando divertiti.
“Per chiedermelo serviva
comprare tutta quella carne?”
Arianna si sentì avvampare.
“Che intendi?”
“Che è un mese che vieni a
comprare la carne e a te non piace, me l’ha detto tua nonna, ancora il primo
giorno che sei venuta.”
“Beh, la carne la mangiano i
miei, io la compro e basta.”
“Sarà, comunque per favore non
venire più a prenderla, ogni volta che ne affetto un pezzo mi chiedo se ti
sentirai male, diventi pallida da morire, neanche il coltello te lo puntassi
alla gola”
“È così evidente?”
Lui rise.
“Sì”
“Va bene, eviterò di venire a
importunarti ancora.”
“No, non intendevo quello” si
affrettò a dire lui. “Mi fa molto piacere vederti, potremmo incontrarci fuori
dalla macelleria.”
“L’ultimo dell’anno?” chiese Arianna.
“Mi spiace ho già un altro
impegno, ma possiamo vederci il primo dell’anno. Sarà di buon auspicio” e le fece
l’occhiolino.
“Perfetto! Ti lascio il mio
numero” disse entusiasta.
“Ancora bistecche!” brontolò
suo padre.
“Se va come dico io saranno le
ultime che porto a casa” disse Arianna sorridendo.
“Allora speriamo per il meglio”
sospirò sua madre mentre la ragazza usciva dalla cucina.
“Che cos’è che deve andare
bene?” chiese l’uomo.
“Immagino una certa faccenda
con il macellaio…”
“Che c’entra il macellaio? Lei
non sopporta la carne, è vegetariana.”
“Questa carne la sopporterà,
vedrai...”
“Se lo dici tu! L’importante è
che la finisca di portare a casa tutta questa carne che ci intasa il freezer, per
il resto faccia quello che vuole!”
E Arianna seguì alla lettera le
parole del padre.
venerdì 4 gennaio 2013
Copertine
In questi giorni ho pensato a lungo alla copertina de La sindrome di Rubens.
Mi piace molto, è una foto a cui sono molto legata ma si discosta dall'immagine coordinata che vorrei dare dei miei libri.
Imperfetta e Rouge Club si vede subito sono copertine sorelle.
Entrambe le foto sono dono de Il marchese de Sade e a lui devo tanta gratitudine, come ne devo al caro amico che ha modificato l'immagine del Rouge e ha inserito le scritte rosse.
Imperfetta invece è tutta mia, si vede che sto imparando ;)
Quindi perché non cambiare anche La sindrome di Rubens?
E' il primo romanzo firmato da A.I. Cudil e ci sono molto legata, senza contare che, a quasi un anno dalla pubblicazione, è ancora in classifica sempre tra i primi venti titoli del settore erotico. Una bella conquista! Certo, i numeri sono inferiori a quelli di Rouge Club, ma non posso proprio lamentarmi.
Il 10 gennaio compirà un anno, potrei regalare a questo romanzo un vestito nuovo, una nuova grafica e la correzione di alcuni refusi che mi sono sfuggiti, insomma una vera nuova edizione.
Ci penso seriamente, molte cose bollono in pentola vedremo presto quello che si potrà fare.
Mi piace molto, è una foto a cui sono molto legata ma si discosta dall'immagine coordinata che vorrei dare dei miei libri.
Imperfetta e Rouge Club si vede subito sono copertine sorelle.
Entrambe le foto sono dono de Il marchese de Sade e a lui devo tanta gratitudine, come ne devo al caro amico che ha modificato l'immagine del Rouge e ha inserito le scritte rosse.
Imperfetta invece è tutta mia, si vede che sto imparando ;)
Quindi perché non cambiare anche La sindrome di Rubens?
E' il primo romanzo firmato da A.I. Cudil e ci sono molto legata, senza contare che, a quasi un anno dalla pubblicazione, è ancora in classifica sempre tra i primi venti titoli del settore erotico. Una bella conquista! Certo, i numeri sono inferiori a quelli di Rouge Club, ma non posso proprio lamentarmi.
Il 10 gennaio compirà un anno, potrei regalare a questo romanzo un vestito nuovo, una nuova grafica e la correzione di alcuni refusi che mi sono sfuggiti, insomma una vera nuova edizione.
Ci penso seriamente, molte cose bollono in pentola vedremo presto quello che si potrà fare.
giovedì 3 gennaio 2013
Re e cavaliere
Buon anno a tutti!
Al volo e con pochi mezzi scrivo questo post(non chiedetemi dove sono tanto non ve lo dico ;) )
Volevo proprio segnalare questo post
nel quale la padrona di casa del blog Cartavelina fa un bel confronto tra Rouge Club e il film "Il primo cavaliere", paragonando il Re oscuro e il cavalier servente a Raul e Davide.
"Sono forse le due facce dello stesso uomo, dell’uomo, di ogni uomo … che cambiano in relazione alla dama che si ritrovano davanti o sono due ben distinte entità che vorremmo sovrapporre e mescolare per farne il perfetto ideale di maschio?"
Una lettura originale e approfondita che vi consiglio proprio, al di là dello spunto di partenza ci sono considerazione davvero interessanti...
Al volo e con pochi mezzi scrivo questo post(non chiedetemi dove sono tanto non ve lo dico ;) )
Volevo proprio segnalare questo post
nel quale la padrona di casa del blog Cartavelina fa un bel confronto tra Rouge Club e il film "Il primo cavaliere", paragonando il Re oscuro e il cavalier servente a Raul e Davide.
"Sono forse le due facce dello stesso uomo, dell’uomo, di ogni uomo … che cambiano in relazione alla dama che si ritrovano davanti o sono due ben distinte entità che vorremmo sovrapporre e mescolare per farne il perfetto ideale di maschio?"
Una lettura originale e approfondita che vi consiglio proprio, al di là dello spunto di partenza ci sono considerazione davvero interessanti...
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